Occhio al cuore
di EMILIANO METALLI
Liberamente ispirato a “Il cuore rivelatore” di E.A. Poe
Nel buio di una cella, in un manicomio criminale, un uomo e le sue apparizioni tentano di ricostruire un passato dimenticato. Sprazzi di vita quotidiana si mescolano a ricordi, fantasie, elucubrazioni e incubi. Si tratta di una attesa senza tempo, scandita dagli incontri occasionali eppure abituali con una prostituta, sognatrice e innocente, dagli insegnamenti accurati di un macellaio, goloso di armonie, e dalle litanie di una santa-madre di origini partenopee, iconica e ironica al tempo stesso.
”Occhio al cuore non è uno spettacolo semplice, non è banalmente una storia di pazzia, ma è una rappresentazione ricca di dettagli, un lavoro accuratissimo sugli attori e sulla regia, molto bella anch’essa. Uno spettacolo che spiazza, costringe a pensare, attrae e respinge, disturba ma rende partecipi. Difficile chiedere di più.
Paolo LeoneCorriere dello Spettacolo
Un facile via d'uscita
Immaginare le motivazioni di un omicidio apparentemente immotivato
Dettaglio dopo dettaglio, la vicenda prende corpo e le presenze mutano, imprigionando definitivamente il protagonista in un universo di orrore e solitudine.
L’Uomo e il suo viaggio. Un linguaggio crudo e concreto accostato ad immagini caravaggesche, in cui l’atto estremo suggerito da Poe si fa pretesto, simbolo della realizzazione personale, del sogno di vita, di liberazione da ciò che ci fa paura e blocca il nostro volo.
Inferno, purgatorio e paradiso. Tre quadri attraverso i quali si muovono i colori, gli incubi, i vizi e le virtù dell’essere umano. Un mosaico dove “entropia” non fa necessariamente rima con “follia”.